sabato 8 ottobre 2016

STEP 1 - ACCEZIONI CROMATICHE




Il color lavanda è una gradazione di viola ed è costituto da una:
 Tonalità: rosso-violetto
 Luminosità: chiaro
 Saturazione: media

Grazie alla sua unicità nel Rinascimento era apprezzatissimo dai pittori fiamminghi, che lo reputavano un ottimo diluente per i colori. 

HEX:                                                          RGB:
#B57EDC                                                 181, 126, 220

RGB:                                                         HSL:
181, 126, 220                                          275°, 0.57, 0.68

HSV:                                                        CMYK:
275°, 0.43, 0.86                                     0.18, 0.43, 0.00, 0.14

CIE XYZ:                                              CIE LAB:
0.42, 0.33, 0.74                                    63.99, 36.36, -37.70

YUV:
0.60, 0.13, 0.10



La lavanda è conosciuta ed utilizzata dall'uomo da oltre 2500 anni con impieghi che si sono mantenuti pressoché immutati nel corso dei secoli; Egizi, Fenici ed altri popoli la impiegavano per il profumo e nella mummificazione. Gli antichi egizi apprezzavano molto la lavanda e la impiegavano per produrre pregiati balsami che utilizzavano, tra l'altro, per la mummificazione dei loro morti. Quando fu scoperta l'estrema dimora di Tutankhamon, dopo 3000 anni profumava ancora di lavanda. Le numerose proprietà di questa pianta sono state sfruttate dai romani in cucina e medicina nonché per il benessere e la salute delle persone. Dal profumo e dalle qualità toniche, antisettiche e repulsive nei confronti degli insetti deriva il nome lavanda che trae origine dal verbo latino "lavare" e sottolinea l'idea di pulizia ad essa legata. In molte opere del periodo Medievale e Rinascimentale, ci si riferisce sempre alla lavanda come ad una pianta medicinale con essenze dalle qualità inestimabili, tanto da essere annoverata tra i vari metodi di lotta contro le forti epidemie di peste. Infatti, si narra che i tombaroli, alla fine di ogni lavoro, fossero soliti lavarsi utilizzando l'"aceto dei quattro ladri", contenente lavanda, evitando spesso di contrarre la malattia. I guantai, avendo avuto l'autorizzazione a profumare i loro articoli con questa aromatica, non si ammalarono di colera. Le spose irlandesi fissavano un sacchettino di lavanda alla giarrettiera come porta fortuna per un matrimonio felice. L'abitudine di mettere le infiorescenze della lavanda in sacchetti per profumare la biancheria è una pratica assai antica. Forse meno noto è il fatto che questa usanza era parte di un rituale che si potrebbe definire magico: particolare doveva essere la posizione del sacchetto e la cucitura che lo chiudeva. Talvolta i sacchettini venivano portati al collo come portafortuna. Più pratico l'utilizzo che ne fu fatto durante il Rinascimento: grazie alla sua ricchezza di resine, per i pittori fiamminghi divenne un ottimo diluente dei colori.






















































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